Alla radice della soluzione
L’efficacia di un percorso di coaching non si misura dalla velocità dei risultati raggiunti, ma dal radicamento del cambiamento desiderato e funzionale all’autonomia successiva del coachee.
Per un coach “scivolare” su questo tema e puntare ad una risoluzione veloce del problema nasce per lo più dalla perdita di quella fiducia incondizionata e tridimensionale che costituisce un cardine imprescindibile del coaching:
- Fiducia nelle potenzialità del cliente
- Fiducia in sé del coach
- Fiducia nel metodo del coaching
Quando il coach rimane “centrato” in una posizione di “IO sono OK / TU sei OK” e crede nello strumento utilizzato (il coaching), consente al coachee di vivere, all’interno della stessa relazione, una condizione nuova e spesso mai sperimentata. E’ dunque all’interno di questa relazione – protetta e “intima” – che si compiono i primi passi del cambiamento e il suo iniziale radicamento.
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Vale a dire, caro Franco, reggere l’ansia dell’indeterminato, cioè il tempo in cui ancora … la soluzione non arriva.
L’intervento di Franco è a mio avviso molto più pragmatico di quanto possa sembrare.
E fa scatenare anche la domanda, soprattutto per un business coach credo, del tipo: “Come conciliare al meglio quindi il Kairos con l’aspetto commerciale/professionale e le aspettative del cliente?”
La relazione tra coach/coachee è pur sempre anche un rapporto professionista – cliente/utente/spendente.
Il tempo nel Coaching, quello autentico, quello che accompagna il Coachée alla sua ri-soluzione è sempre Kairos. Leggo da Wiki uno dei suoi significati: è “il tempo nel mezzo” un momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale “qualcosa” di speciale accade.
Quell’istante in cui, come per magia, quello che già c’era emerge e si rivela.
Grazie Franco
Con poche pennellate, Franco, hai centrato la questione.
Grazie
Carissimo Franco,
il tuo post va dritto al centro della questione.
La fretta del coach, nella soluzione che spetta al coachee trovare, è un incantesimo delicato che va ‘guardato negli occhi’.
Un grazie sentito, Mark
Mi sento di voler condividere quanto riportato da Franco, e voglio aggiungere che fondamentale diventa anche un buon allenamento che il coach è in grado di proporre e condividere con il coachee. Infatti, un sano allenamento aiuta e stimola le potenzialità del coachee ad emergere e consolidarsi, lo sforzo che lo stesso coachee dovrà affrontare gli consentirà di dare un buon frutto “da quell’albero che si è radicato”.