celebrare solo la felicità?

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Celebrare solo la felicità? Recentemente ho letto alcune frasi interessanti di Osho:

“Il problema nasce perché, ogni volta che io uso le parole, esse hanno, nelle vostre menti, una particolare rispondenza. Quando dico: “Celebra!”, tu pensi che si debba essere felici. Come si può celebrare, quando si è tristi? Ma io non sto dicendo che si deve essere felici per celebrare: la celebrazione è gratitudine per tutto ciò che la vita ti dona, per qualsiasi cosa Dio ti mandi. La celebrazione è riconoscenza, è un ringraziamento. (…) Celebra, qualsiasi sia la situazione. Se sei triste, celebra la tua tristezza. Prova! Fai un tentativo, e rimarrai sorpreso: accade. Sei triste? Mettiti a ballare, perché la tristezza ha una sua bellezza, è uno squisito fiore silente dell’essere. Danza, gioiscine, e all’improvviso, sentirai che la tristezza sta scomparendo: si è creata una distanza. Pian piano, ti dimenticherai della tristezza e ti ritroverai a celebrare: la danza ha trasformato quell’energia. Questa è alchimia: trasformare il metallo comune in oro puro”

E ancora:

“L’unico problema con la tristezza, la disperazione, la rabbia, l’ansia e l’infelicità, è che vuoi sbarazzartene. Questo è l’unico ostacolo.”

La vita ci propone delle sfide. Rabbia, disperazione, ansia e tutte le situazioni difficili sono parte di tali sfide. Nasconderle, rigettarle, non riconoscerle, non fa altro che spingerle ancora di più all’interno di noi stessi, fino a quando non le vediamo più … ma questo non significa che non sono ancora presenti, semplicemente, ce ne dimentichiamo, volontariamente. E nel momento in cui meno ce lo aspettiamo, riaffiorano, anche senza apparente ragione, ma con un effetto negativo sulla nostra situazione. Restare invece con queste emozioni quando nascono e si manifestano, per arrivarne al nucleo, viverle pienamente per ciò che sono, nel qui e ora, ci permette di conoscere qualcosa di più di noi stessi. Non solo,  vivere i momenti difficili della nostra vita e affrontarli per cambiare la nostra situazione, ci rende più forti e consapevoli.

Partendo da queste considerazioni ho portato l’attenzione alla nostra mappa del coaching e mi sono chiesto:

1) Il senso di gratitudine quanto può aiutare il coachee a riconoscere, a definire, ad accettare e a gestire i facilitatori e gli ostacoli relativi al piano d’azione?

2) Sapere che un ostacolo è li anche perché ne abbiamo bisogno, per accettarlo e quindi accettarci, per superarlo,  in ultima analisi per crescere e scoprire sempre di più chi siamo; quanto influisce sulla volontà di passare all’azione, di agire; quanto influisce sulle prestazioni, quanto influisce sulla persistenza, sulla tenacia nel mantenere fede al nostro piano d’azione?

Ovviamente non tutti possiamo essere della stessa opinione. Ciò che comunque mi ispira è che da ogni fatto che ci accade, da ogni emozione che proviamo, possiamo sicuramente imparare qualcosa di nuovo!

Guardare in faccia le difficoltà non può che rafforzarci, renderci consapevoli e farci crescere. Nascondere a noi stessi la realtà ci confonde e ci fa prendere scelte senza aver valutato la situazione a tutto tondo, con i rischi conseguenti.

E “CELEBRARE”, caspita! Esultare, premiarci, ballare, cantare, se ce lo sentiamo, per aver raggiunto un risultato o semplicemente perché sentiamo una spinta a farlo.

Rimane una sfida importante vivere il dolore, l’ansia, la tristezza, fino in fondo. Non è facile cambiare queste “abitudini”, in un contesto peraltro che non lo permette. In un mondo dove “bisogna fare sacrifici per ottenere qualcosa”, “non far vedere la tua tristezza”, “controlla la tua rabbia”, … Ma il fatto di “vederlo”, questo dolore, ansia o tristezza che sia dico, di accettarlo come parte della vita, di riconoscerlo come occasione di crescita, può comunque già essere una conquista importante.

Accompagnare chi ci sta di fronte nel proprio percorso di consapevolezza, tenendo presenti questi aspetti non può che farci da sponda nel percorso di miglioramento/cambiamento auspicato.

Senza contare la nostra evoluzione come professionisti e come persone …

danza_indiana

celebrare



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Questo post ha 1 commento

  1. mauro on febbraio 22, 2014 at 11:32 Rispondi

    Si Letizia, ogni giorno!
    Consapevolmente.
    Grazie anche a te!

  2. Letizia on febbraio 20, 2014 at 10:50 Rispondi

    Grazie! Gran bella riflessione ;)

    consapevole celebrazione di giornata!

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