Cos’è il successo per te?
Qualche giorno fa mi sono soffermato con un manager a riflettere sul concetto di “successo” e sulla sua importanza oggi nel contesto sociale. Alla mia domanda: ma cos’è il successo per te? C’è stato un momento di smarrimento.
L’ho invitato a cercare la definizione nel vocabolario: «il successo è il raggiungimento di un risultato di prestigio o degno di approvazione sociale».
…degno di approvazione sociale…
Quindi il successo è qualcosa di stabilito dagli altri? Il successo è tale solo se convalidato dall’esterno? …e poi “successo” rispetto a che cosa? Rientra la sfera emotiva nel concetto di “successo”?
Un grande coach del passato John Wooden aveva una propria definizione di “successo”. Sicuramente una definizione più in linea con la sua visione e il suo modo intendere lo sport (nel suo caso il basket) e forse più in generale la vita: «il successo è il raggiungimento della serenità interiore dovuta alla consapevolezza di avere ottenuto il massimo miglioramento possibile in virtù delle proprie capacità e secondo i propri limiti».
Quando ho letto questa frase la prima volta ho provato un’emozione simile a quella avvertita quando rividi in età adulta la Cappella Sistina. Rimasi catturato dalla sua bellezza e ricchezza di particolari, in uno stato di trance a fissare la volta, scrutandola e cercando di coglierne ogni singolo particolare, elemento, messaggio che l’artista ha voluto lasciare sull’affresco.
Anche nella definizione di Wooden sono contenuti molti concetti sui quali riflettere: la serenità, la consapevolezza, la spinta al miglioramento, l’autovalutazione delle proprie capacità e dei propri limiti. Un bel po’ di materiale per iniziare a lavorare su se stessi.
Ecco allora che così come per un’opera d’arte anche per un messaggio che incita a lavorare costantemente su sé stessi è qualcosa da cercare di comprendere, custodire, analizzare, metabolizzare, fare proprio e Jonh Wooden da grande mentore qual era lo ripeteva spesso ai suoi ragazzi: «Preoccupatevi più del vostro carattere che della vostra reputazione perché la reputazione è ciò che gli altri pensano che voi siate, mentre il carattere rappresenta ciò che voi siete».
Nonostante siano passati gli anni, siano cambiate le modalità di comunicazione e anche quelle di riconoscimento (o disconoscimento) sociale, credo che il messaggio di credere in sé stessi, di cercare di migliorarsi sempre, non per gli altri ma per sé stessi, sia ancora valido e valga la pena diffonderlo; dopotutto il costante miglioramento fa parte di quella spinta antropologica che ha permesso l’evoluzione umana fino ad oggi, basterebbe ricordarselo ogni tanto.
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Buongiorno Daniele,
innanzitutto la ringrazio per la preziosa condivisione.
Inoltre volevo farle i complimenti per la leggerezza con cui scrive di un argomento che spesso fa cadere macigni e macigni di condizioni limitanti delle quali spesso sembra non esservi traccia, se non all’interno di chi se le procura, ossia, come sottolinea con cura, noi stessi.
W il Coaching!!