Domande, domande, domande
Nel titolo ho voluto parafrasare Mina e Alberto Lupo che all’inizio degli anni ’70 cantavano Parole, Parole, Parole…
Infatti durante il corso Incoaching qual è stata una delle resistenze maggiori di noi novelli coach di fronte al metodo del coaching proposto da Alessandro e Franco? “Ma se facciamo sempre domande al coachee, quando possiamo dire la nostra?”
In Lettere a un giovane poeta Rilke scrive:
Sii paziente con tutto quanto nel tuo cuore non ha ancora trovato soluzione e cerca di amare le tue domande, come fossero stanze chiuse o libri scritti in un’altra lingua. Non andare alla ricerca delle risposte…Vivi le domande ora”.
Questa riflessione me la sto portando dietro e penso che sia una domanda efficace: perché ci risulta così difficile porre domande e ci risulta molto più semplice dare risposte, ricette, soluzioni,…? Perché, in ultima analisi, facciamo così fatica a far sì che ognuno sia maggiormente responsabile di sé?
Qualche risposta ho cominciato a darmela ma essendo un articolo sulle domande iniziate Voi!
PS: forse è solo un dettaglio ma nella canzone Mina rimprovera ad Alberto Lupo :”Non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai…”
Mark
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Grazie Mark, mi hai fatto riflettere ancora una volta. Mi accorgo che mettendo a tacere l’impazienza nel dare soluzioni a tutti i costi si genera tra me e l’altro un profondo silenzio. All’interno di questo spazio, superata l’iniziale sensazione di smarrimento, “il naufragare diventa dolce” come diceva qualcuno, e ogni onda trova già il suo perchè. (troppo poetica?)
I nostri ‘maestri’ Alessandro e Franco ci hanno anche insegnato le 4 ‘A’…di cui la prima è Ascolto!
Questo lo stai sicuramente già facendo e si sente anche dal tuo simpaticissimo articolo ;-)
Grazie Mark e Benvenuto!
Articolo creativo e molto stimolante, generabile solamente da chi vive dentro di sé la “vera” dimensione del Coach… grazie Mark !