Il coraggio della scelta

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Il coraggio della scelta

Moltiplicare i punti di vista per una condivisione inclusiva

Questo articolo nasce dall’osservazione di una crescente aggressività nelle dispute alla tastiera sui social network dove albergano risentimento, rabbia, odio. Non mi addentro nell’origine di tali sentimenti e mi chiedo come mai siamo tanto arroccati nelle nostre posizioni e non ci lasciamo minimamente influenzare dalle opinioni altrui? Perché non lasciamo spazio al dubbio, alla riflessione profonda?

Spesso le nostre scelte avvengono istintivamente ed in seguito cerchiamo le giustificazioni razionali della nostra decisione. Facciamo inconsapevolmente prevalere i nostri valori, le nostre credenze a discapito di una riflessione inclusiva di punti di vista diversi, aperta alla valutazione e al dialogo. Difendiamo il nostro piccolo territorio, le nostre sicurezze rinunciando a priori a valutare altre possibilità.

Quando ci troviamo di fronte ad una scelta, alla valutazione dei pro e dei contro di una situazione, soprattutto riguardo a questioni di principio, spesso il nostro istinto sceglie per noi, immediatamente. Il tempo che intercorre da questo momento alla formazione della nostra opinione, della nostra scelta, è occupato a cercare le giustificazioni, le “pezze d’appoggio” della nostra convinzione profonda.

Chiarisco con una considerazione visiva:

nell’immagine i punti arancioni rappresentano i fatti, le informazioni e i dati che provengono dalla realtà che ci circonda: articoli, video, esperienze passate, pensieri, immagini, opinioni di altre persone…  Ed anche questa è una realtà soggettiva: la stessa informazione, lo stesso fatto può essere decodificato ed interpretato in maniera diversa da persone diverse. Le frecce gialle rappresentano i percorsi mentali che considerano e collegano i fatti con le proprie sequenze logiche: a seconda dei fatti che ognuno vede, interpreta e collega, può giungere ad una diversa conclusione (A, B, C…).

Se istintivamente “scelgo” l’opinione B in base ai miei valori e credenze, vedo solo i fatti che portano alla conferma del mio punto di vista, il punto dove voglio arrivare secondo la premessa implicita “la mia realtà è quella giusta”. So già dove voglio arrivare e vedo solo i punti che confermano la mia ipotesi e li collego secondo una sequenza “logica e unica” per me (freccia rossa).

Escludo possibilità che mi portano lontano da B : le escludo dalla mia vista, non le vedo, ho un orizzonte limitato, come se avessi i paraocchi e “unisco i punti” secondo uno schema funzionale al raggiungimento di B. Vedo solo in un piccolo intorno. Ognuno implicitamente si forma una visione e unisce i punti, costruisce il suo percorso per arrivare dove il suo istinto, in base al proprio sistema di valori, lo ha già portato.

Ecco un esempio.

Un bambino è gravemente ammalato e la madre non ha i soldi per comprare le medicine per guarirlo. La madre dovrebbe rubare le medicine per salvare il figlio?

I valori in gioco in questo caso possono essere l’amore per un figlio e il senso di giustizia. A seconda che prevalga uno o l’altro avremo la nostra risposta (A o B, si o no). Passeremo poi del tempo a giustificare la nostra scelta con i più disparati argomenti: non si può lasciare morire un bambino, a qualsiasi costo; non è giusto rubare, va contro la legge; se rubo la medicina potrebbe morire qualcun altro…

E possiamo proseguire con un altro esempio.

Un cane è gravemente ammalato e la il padrone non ha i soldi per comprare le medicine per guarirlo. Il padrone dovrebbe rubare le medicine per salvare il cane?

Ed un ultimo.

Un bambino è arrabbiato e addolorato perché i genitori non hanno i soldi per comprargli un giocattolo. I genitori dovrebbero rubare il giocattolo per il bambino?

Le risposte dipendono dalle situazioni e  dalla nostra scala di valori.

Questo processo funziona anche al contrario: supponiamo di non essere riusciti a raggiungere l’obiettivo B, per esempio vendere un prodotto. Se sono arrivato invece al risultato A (non ho venduto il mio prodotto), posso collegare a ritroso i punti secondo un percorso che prenderà in considerazione fatti sui quali non avevo il controllo, appellandomi alle “circostanze sfavorevoli”, giustificando il mancato raggiungimento dell’obiettivo (la vendita era già stabilita, non avevo possibilità di intervento, le conoscenze hanno giocato un ruolo fondamentale…); non mi assumo la responsabilità di avere fallito, non considero la possibilità che i miei concorrenti possano avere un prodotto migliore per caratteristiche tecniche, economiche, di funzionalità… Ovviamente ci possono essere anche casi in cui le circostanze esterne giocano un ruolo determinante, ma riuscire a fare chiarezza rispetto a questo punto è molto importante per non considerarsi vittima e pensare che “il mondo è cattivo con me” senza avere la possibilità influenzare il corso degli eventi.

Non vediamo le cose per come sono, le vediamo per come siamo*

Riprendiamo lo spunto iniziale, l’aggressività crescente nei social media. I motivi di discussione che generano aggressività e che diventano oggetto di scontro sono molteplici, potenzialmente qualsiasi argomento lo è: politica, educazione, ecologia, religione…

Più ci sentiamo attaccati dall’esterno e più ci chiudiamo, ci difendiamo. Cerchiamo un gruppo di persone che la pensi come noi per andare contro l’altro, per nutrirci della forza del gruppo, per non sentirci soli.

Come possiamo mettere in linea valori e fatti che possono andare contro la nostra visione e rivalutare le situazioni? Come possiamo attivare e sviluppare la nostra capacità di elaborare e integrare nuove informazioni?

Il coaching aiuta a considerare diversi punti di vista, a vedere più punti arancioni nella nuvola dei fatti, aiuta ad aumentarli per avere più possibilità di fare una scelta che sia in linea con le mie credenze e valori, con le mie aspettative esplicite, con il mio sentire più profondo e con la “realtà” che mi circonda. Creo un allineamento virtuoso. Posso così entrare in relazione con l’altro, con colui che non la pensa come me senza svalutare il suo punto di vista ma considerandolo una delle possibili elaborazioni del contesto.

Sostengo il mio punto di vista ed entro nella danza del conflitto costruttivo fatto di scambio di idee, convinzioni, valori.

Possiamo allenarci ad ampliare i nostri punti di vista, ecco un paio di esercizi:

  • Rispetto ad una situazione individuare almeno sette possibili scenari. Per esempio: vedo un cappello a terra.
    • Lo ha perso un signore: che distratto!
    • Ci deve essere qui vicino qualcuno che chiede l’elemosina
    • È appena passata una signora con una borsa strapiena di vestiti e le è caduto un cappello
    • Lo ha lasciato un burlone nascosto dietro l’angolo per vedere le reazioni dei passanti
    • ….
  • Prendiamo tre parole a caso (per iniziare usiamo lo schema sostantivo/aggettivo/sostantivo) e creiamo 2/3 frasi con queste parole. Ad esempio consideriamo le parole albero/antico/macchina:
    • un albero antico ai margini della strada è stato colpito da una macchina.
    • l’albero più bello nel cortile della casa antica è di fianco al parcheggio della macchina
    • l’antica macchina dei Flintstones veniva parcheggiata sotto un albero ombroso

In questo modo alleniamo la nostra mente a considerare diverse possibilità, ad allargare i confini per avere più possibilità di scelta.

Conosco tante persone di cui ho grande stima che hanno idee e convinzioni diverse dalle mie. Chi ha ragione? È una domanda mal posta. Posso invece chiedermi: quali sono i diversi aspetti della realtà che l’altro mi mostra e che posso includere per ampliare la mia visione? Con questa consapevolezza posso fare la mia scelta che sarà sempre personale e unica.

Ed in questo passaggio serve coraggio: il coraggio di essere soli. Nelle scelte siamo sempre soli: siamo meravigliosamente unici con le nostre idee e passioni; possiamo sostenere una scelta importante soltanto se è in linea con tutto il nostro mondo interiore: valori, credenze, emozioni, pensieri, sensazioni. Attraverso il coaching possiamo costruire la nostra visione, formare le nostre idee consapevolmente e sviluppare il coraggio per effettuare le nostre scelte. Non ultimo possiamo condividere la nostra visione in un clima di reciproco scambio e arricchimento.

PS: queste stesse mie considerazioni possono essere oggetto di quanto sopra esposto. E’ il mio personale punto di vista. Ne hai un altro? Mi piacerebbe conoscerlo!

*dal Talmud


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Questo post ha 2 commenti

  1. Alfredo Maria on gennaio 9, 2019 at 11:43 Rispondi

    Ciao Pierluigi! Ottimo e scorrevole articolo, grazie della tua condivisione! :D

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