Il Diapason dell’Autoriflessione
“Nella foresta, quando i rami litigano,
le radici si abbracciano”
Quanta saggezza in questo proverbio africano,
quanto semplice e profonda la sua essenza.
I rami rappresentano il visibile, l’apparenza, quello che si vede e che si dice,
quello che spesso crediamo sia l’unica cosa che esiste;
le radici sono invisibili agli occhi, l’indiscriminato, il silenzio, l’origine di ogni forma di vita.
“Ogni cosa visibile è in rapporto con una forza invisibile che ha potere su di essa
e alla quale bisogna rivolgersi se la si vuole usare” (Amadou Hampaté Bâ)
Ed è proprio quando il Coach accompagna il Coachee alla ri-scoperta della sua motivazione, della ‘sua R’ di SMARTER che si alimenta un percorso dai risvolti imprevedibili.
Quello che all’inizio sembrava un groviglio di rami da risolvere, da districare o addirittura da tagliare può diventare un nuovo magnifico arbusto, solido e ben piantato, che affonda le sue radici ancora più rigoglioso.
Ogni persona ha le proprie radici e muove i propri rami, ma è solo dall’intreccio di questi rami e dalla conoscenza e rispetto delle proprie radici che si possono generare frutti straordinari, inconsueti, unici nelle loro reciproche diversità.
Credo nel potere che ha ogni singolo individuo nell’esaltare “la pluralità delle nostre identità”
(Amartya Sen, Identity and Violence: The Illusion of Destiny, 2007) ricordandoci che se pur con radici diverse, ogni uomo cammina passo dopo passo sopra la stessa Grande Madre Terra.
“Gioia significa che se stessi e gli altri insieme provano gioia”
(Nichiren Daishonin, Raccolta degli insegnamenti orali, Gosho Zensu ed. Soka Gakkai)
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Bellissima, diciamo Brava, Forte e Destra Antonella Frigato, penso, intendo e sento che se affrontiamo l’argomento della molteplicità delle identità, per lavorare solo alcune delle tue parole nell’articolo di cui sopra, per me l’identità è la nostra maturazione in coscienza realizzata lavorando in coscienza e la parola “potenziamento” non la userei se parliamo e scriviamo di identità, il cosiddetto “potenziamento” mi suona come un’illusione, altra parola rispetto il semplice bisogno umano, umanitario, umanizzante di nutrizione che si fa a tavola, sempre ringraziando Dio di poter disporre del pane e del companatico in tavola;
nei confronti e riguardo della parola “radici” penso intendo e sento che non possiamo dare niente per scontato, per facile, per non meritato realmente e per ciò che concerne il maschio come io sono, la radice del maschio si realizza grazie al suo onesto lavoro in coscienza nel tempo, nello spazio, nella forza, nella luce e va a realizzare il suo onore profondo, realmente meritato, non ottenibile con scorciatoie né trucchetti, ti auguro di nuovo buongiorno Bellissima, bravissima Antonella, scusami se ti commento solo oggi ma al tempo che fu lavoravo come web marketer e preferivo non commentare il tuo lavoro di facilitatrice di allenamento sportivo (coach), buon lavoro! <3 … <3
Le radice sono tutto il nostro essere, ed è proprio all’interno di queste radice che spesso vanno a nascondersi le nostre potenzialità inespresse. Dobbiamo andarle a cercare per far crescere nei rami i fiori più belli!