La mia Vision

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 LA MIA VISION

“sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” (Mahatma Gandhi)

Siamo entrati in una nuova era e forse non ci stiamo nemmeno accorgendo che il tradizionale pensiero lineare, per compartimenti stagni, non è più sufficiente a gestire le emergenze ed il cambiamento.

 

E che ci piaccia o no, occorre dotarsi della capacità di essere flessibili ed innovativi se vogliamo superare la crisi del cambiamento ed adottare un approccio di tipo sistemico, adottando strategie di visione globale.

 

Il fenomeno della globalizzazione ha portato notevoli mutamenti in ogni settore, sia personale che nelle organizzazioni. L’ era post-industriale è finita ed è già iniziata una nuova era, e bisogna chiedersi se siamo pronti a rapportarci con l’inevitabile cambiamento che è già iniziato, se siamo pronti a riconoscerlo e ad adeguarci ad esso.

 

Questa nuova era, lo sappiamo tutti che ha come caratteristica peculiare la globalizzazione. Possiamo vederne aspetti positivi, quali tra gli altri, poter scegliere tra una maggiore offerta di beni e servizi, ottenere maggiori informazioni, interscambi culturali, migliori tecnologie e know-how, prezzi più competitivi, ma vi è anche l’altra faccia della medaglia in questo cambiamento. Per la prima volta nel genere umano, tutto si muove alla velocità della luce in un sistema globale. Quello che prima rappresentata un piccolo mutamento o assestamento settoriale, ora si amplifica e si espande a 360 gradi producendo altri effetti correlati che a loro volta producono altri e poi altri ancora. Viviamo in un contesto instabile dagli effetti molto spesso imponderabili ed imprevedibili.

 

Questo può essere vissuto come un virus letale o come il seme per la nascita di nuove oppotunità…. ma qualunque sia il punto di vista, nessuno è in condizione di prevederne gli effetti ed il risultato negli anni a venire. Questi cambiamenti provenienti dall’esterno ed indipendenti rimettono in discussione tutto ciò che abbiamo pensato ed imparato fino ad oggi. Questo fenomeno già in atto cambierà radicalmente i nostri comportamenti, le nostre credenze, le nostre convinzioni, le nostre aspettative, fino a toccare, in alcuni casi, i punti più intimi e profondi dell’identità sia delle personale che delle organizzazioni.

 

In quest’ ottica è facile intravvedere le ragioni e le cause dei mutamenti politici, economici, ambientali e culturali che stanno avvenendo in tutto il mondo.

 

Le domanda fondamentale è: “come singoli individui, saremo capaci di adeguarci al mutamento delle situazioni così velocemente e saremo capaci di essere così flessibili da innovare ed implementare continuamente le nostre strategie per adeguandoci per mantenere apprezzabile il risultato desiderato? o faremo la fine dei dinosauri nell’era glaciale?”

 

Bisogna continuamente creare valore aggiunto a ciò che facciamo se si vuole continuare a crescere e fare la differenza. Se non lo facciamo, qualcun’altro da qualche altra parte lo farà, posizionandosi ad un livello superiore al nostro, togliendoci spazio, mercato, risorse, identità.

 

A prima vista sembrerebbe un paradosso, ma in un sistema globalizzato, ciò che fa la differenza è essere differenti, innovativi, flessibili e produrre valore aggiunto qualitativo che venga percepito, apprezzato e riconosciuto dagli altri. Questa visione è rivolta sia alle le persone che alle aziende.

 

Il paradigma, l’archetipo su cui bisogna concentrarsi è “I Win you Win”. L’evoluzione consiste nel passare dal vecchio paradigma del puro profitto e del puro interesse personale e/o aziendale ad un nuovo modello basato sulla sull’innovazione, sulla creatività e sopratutto sul riconoscimento del bisogno degli altri come fattori vincenti di crescita e di sviluppo. In questa era di globalizzazione, ciò che fa veramente la differenza è essere differenti, essere capaci di mostrare e far percepire le proprie peculiarità ed i propri punti di forza e renderli facilmente fruibili ed apprezzabili agli altri.

Carlo Bartolomeo Novaro




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Questo post ha 1 commento

  1. Antonella Frigato on dicembre 23, 2013 at 22:46 Rispondi

    Ciao Carlo e Benvenuto
    Grazie per il tuo interessante contributo
    “We’re surfing the edge of Change” …e quindi….cavalchiamo l’onda ;-)

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