Lo scopo del coaching con gli adolescenti
Ci si potrebbe domandare se fare domande, al posto di dare risposte, sia una valida metodologia per chiarire le idee, spesso confuse, di un adolescente…..
Intanto occorre chiedersi: all’adolescente vogliamo dire cosa deve fare oppure ci preme che sia lui a decidere cosa vuole fare? Se abbracciamo la seconda ipotesi dobbiamo anche accettare che nel desiderio dei ragazzi siano già presenti i loro obiettivi, sui quali non possiamo intervenire radicalmente. Se questi desideri non appaiono evidenti è per problemi legati alla loro inesperienza o perché soffocati da blocchi esterni. Allora il coaching risulta la metodologia migliore, in termini di costi/benefici, per:
- superare rapidamente tali blocchi,
- far acquisire consapevolezza dei propri desideri,
- confrontarli con le proprie capacità e potenzialità,
- definire un piano di azione raggiungerli.
Il coaching per adolescenti
L’idea di permettere ai giovani di puntare a ciò che desiderano, scegliendo come costruire e determinare il proprio futuro non è usuale nell’attuale strategia educativa, tuttavia ritengo che sia una visione comune a molti più insegnanti di quanto ci si immagini. Con il metodo del coaching possiamo fornire a questi insegnanti più avveduti validi strumenti per aiutare gli alunni-coachee a:
- prendere coscienza di se stessi e delle proprie potenzialità spesso inespresse,
- sviluppare la capacità di gestire il tempo e le priorità,
- sviluppare abilità di pianificazione e organizzazione,
- supportare la capacità di uscire dalla propria area di comfort,
- sviluppare la capacità di osservarsi, osservare il comportamento degli altri, considerare le relazioni potenzianti,
- affrontare i problemi con minor stress e riuscire a trasformarli in opportunità,
- indursi motivazione e passione nel fare,
- avere fiducia in se stessi.
A seguito di un percorso di coaching gli adolescenti potranno:
- gestire gli stati d’animo e le emozioni con maggiore consapevolezze ed autocontrollo, se necessario,
- accedere a stati d’animo potenzianti per affrontare e superare problemi,
- sviluppare capacità relazionali positive con i compagni e gli insegnanti, innestando un processo di fiducia che diventerà reciproca,
- accrescere la capacità di collaborazione, comunicazione e team work.
In buona sostanza gran parte di quelle che vengono definite “soft skills” potrebbero essere sviluppate con il coaching, e questo con due enormi vantaggi: il primo è che le relazioni all’interno dell’ambiente scuola sarebbero a basso livello conflittuale e anzi fortemente potenzianti e motivanti; il secondo è che si svilupperebbero nei giovani competenze fortemente richieste dal mondo del lavoro,come riportato nella grafica a fianco, ancor più delle competenze tecniche (hard skills), che sono più facilmente acquisibili.
Con questo approccio finalmente la scuola sarebbe il luogo dove si possono aiutare i giovani a scoprire i propri talenti e a valorizzarli.
Un percorso di coaching rivolto ad un adolescente ha quindi una enorme valenza: quella di gettare le basi per farlo diventare una persona felice!
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