Mamma o Coach?…Questo è il dilemma!!!

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zen-bambu_~k11458886Chissà quante volte ed in quante circostanze molti genitori si saranno trovati di fronte a questo bivio, spesso angosciante: fare il “capo” di famiglia oppure estrarre maieuticamente ciò che di potenziale alberga in ognuno di noi, figli compresi?

Condurre un dialogo costruttivo ma che, ahimè, nella contingenza dei fatti richiede uno sforzo sovrumano???…Già, perchè la tentazione di un  “bel” rimprovero” coglie TUTTI (o quasi!) impreparati a contrastarla!

Un coach, di contro, “DEVE” condurre per mano lasciando libero il pensiero e la “ribellione” del coachee. E allora, io mi chiedo ma, soprattutto, lo chiedo a Voi, come si sbroglia questo ambito dilemma?



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Questo post ha 6 commenti

  1. PAOLA MARAZZI on luglio 23, 2014 at 22:30 Rispondi

    Ciao a tutti,
    È tardi per inserirsi in un argomento ormai superato, ma quale genitore supera il tempo del suo ruolo? Perché è un ruolo? Un figlio con una madre/padre Coach, può considerarsi privilegiato, ogni genitore applicherà anche solo se in parte il suo “metodo” ma vedrà il proprio figlio nella sua individualità, e rispetterà la sua unicità per lasciarlo crescere accrescendo le sue potenzialità.
    Paola

  2. Carmen D'Urso on settembre 18, 2013 at 21:44 Rispondi

    …Onorata!!!…Grazie Antonella ;)

  3. Antonella Frigato on settembre 18, 2013 at 21:13 Rispondi

    Che splendida accoglienza ;-)
    “Se vogliamo che un messaggio d’amore sia udito, spetta a noi lanciarlo.
    Se vogliamo che una lampada continui ad ardere, spetta a noi alimentarla d’olio”
    Madre Teresa di Calcutta
    Grazie Carmen

  4. Carmen D'Urso on settembre 18, 2013 at 19:26 Rispondi

    …Anche mia figlia!!!…Sono d’accordo con quanto scrivi cara Cristina… :D

  5. Cristina on settembre 18, 2013 at 19:17 Rispondi

    Il famoso Dr Cerè afferma quanto segue: ” Un Coach è un buon genitore…cosa fa un buon genitore quando vuole portare un proprio figlio all’eccellenza? Fa 3 cose: 1. Crede nel proprio figlio. 2. Riconosce che cosa è capace di fare, cioè riconosce il suo talento. 3. Lo aiuta a svilupparlo e a potenziarlo”
    Sono d’accordo con il Dr Cerè, il genitore deve seguire il figlio in tutti e 3 i punti, credo però che il ruolo di Coach e di Genitore debba essere ben distinto. La mia personale opinione è che un genitore non può essere il Coach del proprio figlio, possono essere utilizzare le metodologie del Coaching, in particolar modo la base maieutica ma i ruoli devono essere sempre ben distinti. I miei figli hanno una mamma che come lavoro fa il Coach. :-)

  6. Alessia Pompanin on settembre 18, 2013 at 14:37 Rispondi

    Direi sia mamma che coach, abbiamo intrapreso una strada difficile e lunga, dal momento che i nostri figli sono venuti al mondo il cambiamento è iniziato, un cambiamento enorme che ci porta a fare ogni giorno da coach a noi stesse e a chi ci vive vicino, ma è proprio così che abbiamo delle sorprese pazzesche, potenzialità che non sapevamo di avere addeso si presentano a noi e pretendono di uscire allo scoperto. Ci vuole molta calma e pazienza. Rifletto continuamente da giorni su un particolare, ma non è che forse i nostri figli ci hanno donato la libertà di essere che prima non avevamo?

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