Musica
Nel grembo materno lo sviluppo dell’orecchio del feto inizia a formarsi a partire dall’ottava settimana e si completa al quinto mese della gestazione. Esso è la sede dell’equilibrio e dell’analisi delle frequenze sonore. L’orecchio del bambino è in grado di percepire i diversi suoni interni della madre: battito cardiaco, respiro… e quelli esterni: voci, suoni…!
In realtà l’organo deputato all’ascolto non è l’orecchio in quanto tale bensì il cervello. L’orecchio sente, percepisce frequenze sonore ma l’elaborazione e la riproduzione del suono accade grazie al cervello. Potremmo dire, in sintesi, che l’orecchio accoglie come un canale il suono dunque “sente” e il cervello dà significato al suono ricevuto quindi “ascolta”. L’orecchio è come l’antenna della radio che “sente” le frequenze mentre il cervello è la radio che riceve, ovvero “ascolta” i segnali captati dall’antenna e li elabora per poi riprodurli. Non dimentichiamo inoltre che il cervello ha bisogno di suoni perché rappresentano il suo pane, il suo nutrimento.
Quanti suoni, quante frequenze sentiamo e ascoltiamo in una giornata. Vibrazioni provenienti da ogni parte: voci, rumori, suoni della natura, canzoni, pensieri… siamo immersi in un mare di suoni, galleggiamo in molteplici vibrazioni a cui non sempre prestiamo attenzione ma che ci sono e che costituiscono il cibo per il cervello.
La Vita ci ha dotato di sofisticati “strumenti” per vivere e vivere bene ma come li utilizziamo? Quali suoni, quali parole, quale “musica” ascolto per nutrire il mio cervello e in fin dei conti il mio “cuore spirituale”? Nel Vangelo il Padre dice di Gesù: “Questi è il mio Figlio ASCOLTATELO” (Mc 9). Alla luce di ciò nutriamoci di vitali parole-suono, di vitali frequenze che possono alimentare al meglio non solo gli strumenti fisiologici di cui siamo dotati, il cervello, ma anche quel cuore spirituale in cui si generiamo ogni istante o il SI o il NO alla Vita, a Gesù. Ascoltiamo, meditiamo, alimentiamoci delle sue PAROLE; le uniche VIBRAZIONI in grado di immergerci in LUI: la Via, la Verità e la Vita.
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Il Suo ascolto – credo – non potrà che passare attraverso l’ascolto di noi stessi… una musica questa spesso ascoltata superficialmente e distratta dai mille “rumori” di una società attratta dall’effimero… grazie Mauro!
Grazie Beatriz
Bellissima riflessione.
In un periodo nel quale quasi tutto ciò che si ascolta ovunque ha una connotazione negativa ,esercitare la
capacita di scegliere cosa accogliere o meno nel nostro cervello e nel nostro cuore è un vero atto di saggezza.
Io considero Dio come coach supremo, che attraverso la sua Parola allena a chi lo ascolta ,a una vita piena di gioia e successi. Se sviluppiamo anche un rapporto spirituale personale con Lui ,riusciamo ad udire nel nostro cuore l’ espressione del suo amore e della suo forza inspiratrice che ci porta a lo scopo massimo nella vita: la felicità.
Nel aspetto pratico posiamo allenarci ad ascoltare selettivamente. Tanto per la informazione che arriva dal ambiente, voglio dire quello che raggiunge il cervello attraverso l’udito, come il dialogo interno.
Porre consapevolmente delle barriere che filtrino l’informazione che arriva nel cervello è possibile
Possiamo ad esempio utilizzare i consigli del apostolo Paolo nella sua Lettere ai Filippesi (Fil.4:8) e domandarci sistematicamente: quello che sto udendo/pensando e vero, onorevole, giusto, amabile, di buona fama , ha qualche virtù , è degno di lode?
Se la risposta fosse negativa meglio eliminare quella informazione prima che vada a danneggiare o inquinare la nostra felicità.
E’ fondamentale anche interrogarsi sull’la qualità d’informazione e comunicazione che produciamo. Sopra tutto nel ambito domestico. Chiedersi: quello che sto per dire è stimolante, motiva o cerca il bene di chi ascolta?
Nel ambito del coaching le domande hanno un ruolo fondamentale, per che non usarli anche per proteggere noi stesi?