Punizioni buone o punizioni cattive?
ABBIAMO SEMPRE FATTO COSI’
IO SONO CRESCIUTA CON DELLE GRAN CIABATTE TIRATE E GUARDA COME SON CRESCIUTA BENE
ESISTONO PUNIZIONI BUONE E GIUSTE, ALTRE INVECE SBAGLIATE
FINCHE’ NON LE PRENDONO, NON CAPISCONO
MEGLIO RADDRIZZARLI FIN DA PICCOLI
Queste sono solo alcune delle frasi scaturite da una diretta fatta da me sul tema PUNIZIONI sul mio canale IG.
Ma torniamo indietro.
Due giorni fa’ mi imbatto in un post anonimo su un social molto famoso, ove una persona chiedeva info/sondaggio in merito alle punizioni (sottolineo e preciso subito, NON corporali) date dal corpo docenti ai bambini in età scolare.
Il post indicava come media dai 6 ai 10 anni di età.
Le punizioni messe in atto andavano dall’uso del fischietto se in classe vi è della confusione, al saltare la ricreazione se non viene finito un compito nell’ora attribuita per lo svolgimento dello stesso, al saltare la ricreazione o farne meno se si richiede accesso ai servizi igienici all’interno della prima od ultima ora.
Scopro così peraltro che in molte classi elementari i bagni alla prima ed all’ultima ora sono chiusi, per evitare continui andirivieni.
Scopro anche che le borracce degli studenti vengono tenute in cattedra, non nel proprio zaino, di modo che l’alunno debba chiedere il permesso prima di bere, per evitare maggiori andirivieni in bagno.
(devono essere bellissimi, questi bagni, per volerci andare a tutti i costi)
Mi perdo nei meandri di questo post, ed inizio a leggere i commenti.
Commenti di docenti molto stanchi, arrabbiati, sfiniti, che chiedono ai genitori di mantenersi fuori dall’ambito scolastico poiché non competenti.
Se non hai studiato per diventare docente, dicono, tieniti le tue opinioni anti-punizioni per te.
Commenti di genitori che approvano ed usano metodicamente le punizioni ed i ricatti morali.
Se non mangi tutto, niente dolce.
Se non finisci i compiti, stasera fili a letto senza cena.
OK OK OK.
Riavvolgiamo il nastro.
Sarò che ricordo bene quando io per prima non avevo accesso alla ricreazione “grande” (dalle 13 alle 14) alle elementari se non finivo tutto il pasto della mensa – ah, il mio primo passo verso i miei problemi alimentari, che onore!
Sarà che ricordo che dovevo rimanere a braccia conserte (conserte eh, non incrociate, bada bene) a fissare il piatto (ancora pieno, e che arrivava pieno fino alla fine, perché non cedevo mai) mentre i miei compagni ed amici si divertivano fuori in cortile.
Sarà sarà sarà, come canta Elisa.
Sarà che siamo nel 2023 e non nel 1976 – anno dell’abolizione per legge delle punizioni corporali in Italia nelle scuole.
Sarà, ma sono passati due giorni e non riesco ancora ad essere centrata nel qui ed ora ed a farmi passare questo magone nella pancia.
Quindi lascio la parola a chi è sicuramente più competente di me.
Ad esempio, il Dottor Jorge Cuartas, il quale spiega con chiarezza i danni NEUROSCIENTIFICI delle punizioni sui bambini:
https://scholar.harvard.edu/jorgecuartas/home
Od ancora, gli studi di Murray Straus e Mallie Paschall:
https://cnnespanol.cnn.com/wp-content/uploads/2014/07/cp51.pdf
La punizione, corporale e non, è dannosa per lo sviluppo della corteccia prefrontale.
Porta nel breve termine come conseguenza che il Bambino non compirà più quell’azione per paura delle conseguenze, e non perché realmente ha fatto suo un concetto od ha capito la situazione.
Il Bambino peraltro appena si troverà nella condizione di poter agire il suo potere su un essere più debole, lo farà, per poter avere il suo riscatto sociale.
Per poter passare finalmente da VITTIMA a CARNEFICE.
Quanta tristezza, quanta empatia, quanto dolore provo.
Poveri cuccioli.
Vi invito a leggere il libro della psicologa e psicoterapeuta Alice Miller: “Le origini del Male”.
Giusto per farci un’idea di cosa stiamo continuando a fare sui nostri figli, sui nostri alunni.
Sembra niente.
Mica li hanno picchiati!
Umiliazione dopo umiliazione, anche solo verbale, il cervello dei nostri figli, alunni…cambia.
Punto.
E’ neuroscienza, non è “abbiamo sempre fatto così”.
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L’educazione è fatta di dialogo e di rispetto delle regole che, spiegate con il giusto atteggiamento, possono solo portare a comprensione. Ogni bambino, guidato con amore, è in grado di capire ogni situazione perchè nella sua essenza è già racchiusa ogni conoscenza. Chi punisce il più debole avvantaggiandosi del proprio ruolo ha dimenticato il suo vero Sè o forse non l’ha mai nemmeno immaginato.
Ciao Barbara,
Si, la Comunicazione Non Violenta ci puó aiutare in questo senso, capendo a livello neuro-scientifico i danni delle punizioni.
I bambini che crescono con un Educazione Rispettosa, privi dell’uso di punizioni, non sono ineducati o privi di regole, anzi.
Crescono semplicemente nel rispetto e nell’empatia in quanto Persone.
Ho sempre l’impressione quando leggo articoli sulle punizioni che ci sia ormai la tendenza di psicologi e coach di snaturare e deviare completamente il senso della parola quasi che la nuova filosofia sia solo “lasciate fare sempre e comunque”.
Da mamma e anche da umile coach mi soffermerei di più sul concetto di regole che in un processo educativo sono fondamentali.