Visibilia ex Invisibilibus
Visibilia ex Invisibilibus
E’ la storia di una giovane donna con una ‘voglia’ sul viso.
Non poteva nemmeno nasconderla . Sembravano 5 dita di una mano stampate sulla sua guancia e lei soffriva molto per questa sua ‘imperfezione’. Si vergognava così tanto e malediceva sempre la Natura perché l’aveva fatta così. D’inverno andava un po’ meglio perché poteva nascondersi dietro alla sciarpa e berretto…così imbaccuccata non la riconosceva quasi nessuno.
Accade anche a Nemesi (la chiameremo così) di incontrare un bel giorno l’Amore nella persona di un medico con la passione per la ricerca. E così, pur lei cercando di nascondere questa mano anomala non può notare che il suo Amore non vede quelle 5 dita stampate sul volto.
Lui vede la persona. Lui vede Nemesi così com’è. E la accoglie anche molto interessato……
Non le sembra vero. No, non è possibile – dice Nemesi a se stessa – non può accadere proprio a me! il Medico la vede con gli occhi della passione. E lei si lascia travolgere da questo stato di grazia. Una gioia insolita e sconosciuta pervade il suo cuore. Ha paura. Moltissima paura….ma si lascia andare….entrambi cominciano ad indossare uno strano paio di occhiali. Attraverso quelle lenti tutto sembra magico. Ottima intesa, grande sintonia, perfetta simmetria. Deve essere Amore – si dicono entrambi. Ma accade qualcosa….lei è ossessionata dalla sua ‘voglia’ e chiede al suo medico, con la passione per la ricerca, di trovare qualcosa per toglierle quell’ “orrenda cosa dal viso!”….e lui si scorda di quando l’aveva vista la prima volta. Quella volta che aveva guardato e visto Nemesi. Quella volta che aveva visto la persona. …lui si sente carico e pieno di energia. Anche a lui sembra impossibile che una giovane e così bella donna gli dia questa opportunità: trovare un rimedio per rimuovere quell’imperfezione! “ così potremo ‘salvare’ tante altre belle giovani donne dalla bruttezza che c’è nel mondo! eh…stavolta l’ho capito pure io: grandi sogni -> grandi risultati!!!!!!….
Entrambi decidono quindi di seguire il ‘loro’ sogno: lei diventerà una bellissima donna ‘perfetta come tutte le altre’ e lui forse vincerà addirittura un premio per la sua rivoluzionaria scoperta: ‘rimuovere le imperfezioni altrui’…WOW!!!!….lei è sempre più entusiasta e lui sempre più appassionato. Entrambi focalizzati sul proprio obiettivo (eh…anche questa l’ho capita…avere un obiettivo chiaro e mantenerlo fino alla fine. Ok!) ….next ->non importa se entrambi si scordano di quando si erano visti la prima volta. Adesso è passato molto tempo, le cose cambiano inevitabilmente….(altra meravigliosa pillola di saggezza : il cambiamento è l’unica ‘certezza’)…ma dai, quanto la fai lunga…non è che dobbiamo sempre ‘dirci Ti Amo’ per dimostrare che è Amore, no?….i fatti contano. Non le parole. Contano solo i fatti. E smettila di credere alle favole’…… Bene. Concentriamoci e torniamo a noi. Dove eravamo rimasti?….ah, si. Al Grande Giorno. ….sicuri che volete sapere come va a finire?……
Sicuri?-Sicuri? Sicuri?
Il Grande Giorno
Emozionatissima. Nemesi è fuori di sé dalla gioia.
E’ felice da morire …dai, dai su….
Anche lui è molto emozionato. Gli tremano le mani perfino. Ci ha provato moltissime volte ed è sempre andata bene. Ha testato ormai mille volte il suo rimedio e ha sempre funzionato. Quindi? Di cosa hai paura?….di nulla. Il successo è assicurato!
Inizia quindi a passare un pennello imbevuto della magica pozione sul volto di Nemesi…..e….miracolo! Ha funzionato anche stavolta! “Che gioia, che felicità!. Diventerò uno scienziato!” ……ma Nemesi muore.
……quella macchia sul volto era la sua identità.
Nel percorso di Coaching impariamo molto. Anche a diventare noi stessi. A riconoscerci per ciò che siamo, a vedere la nostra “ghianda interiore”. Quella a cui non possiamo rinunciare. Quella che spesso non riusciamo più a sentire né ad ascoltare. E’ solo imparando a vedere la mia che posso riconoscere e vedere quella degli altri. Impariamo dal Coachee a vedere la persona, riconoscendo così sempre di più la nostra essenza, la nostra identità.
E impariamo ad amare il nostro “daimon”.
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Per me l’identità non è una voglia di cui vergognarsi ma la maturazione della nostra coscienza grazie all’onesto lavoro creativo e virtuoso, che ci rende sempre più unici ed irripetibili, creativi e virtuosi, realizzati in grado e livello, magari semplicemente lasciarsi irraggiare dal Sole naturale avrebbe potuto facilitare la guarigione mentre ringrazio di certo il dottore con ambizioni di scienziato e gli auguro onesto lavoro in coscienza per oneste retribuzioni/paghe monetarie, per la via virtuosa e creativa, ringrazio anche te per questo simpatico racconto in poesìa che al tempo delle mie prime letture mi turbò non poco, mi scuso per il ritardo, buona sera Bellissima e bravissima Antonella! <3 … <3
A volte proprio quelli che ai nostri occhi ci sembrano difetti risultano alla fine i nostri tesori.
Sta solo a noi saperli riconoscere, trasformarli in punti di forza e lasciarli emergere in libertà.
Ci vuole coraggio e forza anche per credere e dare fiducia.
Anche questo significa saper vedere oltre…..il visibile che nasce dall’invisibile.
Grazie Mary ;-)
A volte accogliere la nostra identità ci fa soffrire proprio come ricevere uno schiaffo sul viso, e se quelle cinque dita poi ci rimangono impresse, vuol dire che siamo pronti a crescere e a non vederle più.
“C’è mai stato un tempo in cui non siano vissute persone di valore? La cosa inquietante è quando tali persone esistono ma non vengono riconosciute”. Daisaku Ikeda
Grazie Stella per il tuo ‘tesoro’ ;-)
Molto intenso! E’ vero il percorso migliore è quello che ci aiuta a vedere il “tesoro” unico che ogni persona ha, anche la spinta della società dà a uniformarsi a dei modelli è forte. E’ davvero la strada più vera e duratura.