Vuoto/Pieno
Ancora pieno della coinvolgente esperienza di Zen Coaching, con puntuale sincronicità leggo sull’inserto “Lettura” del Corriere della Sera una recensione di Emanuele Trevi al testo: “Vuoto/Pieno. Il bue e il suo pastore: una storia zen dell’antica Cina”.
Si tratta della pubblicazione di un antico e archetipico percorso di iniziazione Zen presumibilmente destinato ai novizi e composto da 10 disegni che descrivono la storia di un pastore alla ricerca del suo bue, metafora del proprio “cuore”.
Scrive Trevi: “E’ una ricerca assurda, poiché non si può perdere ciò che è sempre stato nostro; ma nello stesso tempo è necessaria…Dopo avere inseguito le orme del bue, averlo domato e ricondotto a casa, l’identità fra l’individuo e la sua natura originaria è perfetta”.
Grazie alla disciplina Zen il discepolo può giungere così all’esperienza del Grande Vuoto, “dove non ci sono più né l’io né il mondo, ma la pace sovrana dell’indistinto”.
Interessante, e per certi versi sorprendente, è che la tavola che raffigura il Vuoto è l’ottava: vale a dire ci sono altri 2 disegni che completano il cammino iniziatico. Ebbene, le due ultime figure rappresentano l’Illuminato che ritorna al mondo.
“Dalla perfetta chiarezza dell’illuminazione suprema si torna indietro, sporcando i sandali nella polvere dei fenomeni, perché tutte le creature vanno redente, risvegliate, come in una specie di benefico contagio”.
Penso al Dalai Lama, esempio di illuminante saggezza, capace di vivere nel mondo e di dialogare con impegno e responsabilità.
E poi penso alla sconvolgente figura di Gesù: il Verbo divino che si fa carne; Dio creatore ed onnipotente che fa un’esperienza di vita terrena.
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Grazie Alessandro Pannitti di Incoachig S.r.l. mi sembri una sorta di scienziato della facilitazione dell’allenamento sportivo perché il coach è un facilitatore di allenamento sportivo, ti auguro di realizzare ciò che realmente scegli di realizzare, ti auguro onesto lavoro in coscienza, di non perdere mai la speranza, buona sera, buon lavoro! <3 … <3
Grazie Ale per la tua testimonianza.
Le sei virtù di cui parla Martin Seligman sono universali
appartengono ad ogni essere umano, e sono tutte già dentro ognuno di noi….
parte di questo splendido viaggio, che si chiama esperienza, sta proprio nel provare a scoprirle…prima di tutto in noi stessi. Solo così riusciremo a riconoscerle anche negli altri.
Come in uno specchio limpido che ci riflette ;-)
Caro Alessandro, io penso anche a tutti noi, 7 miliardi di persone che cercano ogni giorno di trovare la strada giusta per arrivare all’esperienza del Grande vuoto, per poi tornare a terra con umiltà.
Grazie Alessandro!